I clienti non sono tutti uguali, i costruttori neppure
GPEOPLE: SABRINA VOLONTÈ E QUEL "DISEGNO" IN GUFFANTI COMINCIATO DUE ANNI E MEZZO FA
GPEOPLE: SABRINA VOLONTÈ E QUEL "DISEGNO" IN GUFFANTI COMINCIATO DUE ANNI E MEZZO FA
 
GPEOPLE: SABRINA VOLONTÈ E QUEL "DISEGNO" IN GUFFANTI COMINCIATO DUE ANNI E MEZZO FA

Dev’essere per quegli anni passati a tracciare linee di tutti i tipi sui fogli bianchi; prima all’istituto tecnico di grafica e comunicazione, poi al politecnico di Milano, dove ha frequentato la facoltà di architettura. Fatto sta che se parli per un’oretta con Sabrina Volonté del suo lavoro in Guffanti, alla fine in testa non hai una storia, ma un disegno. Il suo comincia alla fine di agosto 2022, quando entra in Guffanti da collaboratrice per occuparsi di progetti 3D e render.

Ma quella non è stata la prima volta che ho lavorato in Guffanti” ci dice. “C’ero già stata, per tre settimane, grazie a un tirocinio del Politecnico. Poi le cose sono andate talmente bene che ancora prima della laurea mi è stato chiesto di restare. Naturalmente ho accettato”. Bel colpo, ma chissà che strano passare dai docenti direttamente ai clienti, dai compagni di università ai colleghi veri e propri. “A parte il disagio che provavo all’inizio perché non riuscivo a ricordare i nomi di tutti - ci racconta sorridendo - non ho avuto la minima difficoltà ad ambientarmi. 

 

E questo nonostante Guffanti fosse l’azienda più grande e importante che avessi mai visto fino a quel momento. Anzi, ricordo che una delle prime cose che mi ha colpito, e che è andata avanti nei primi tempi, è che diversi colleghi, durante il giorno, venivano a chiedermi se avessi bisogno di qualcosa, a dirmi di alzare la mano in caso di necessità. Sembra una cosa scontata, ma non è così. Avevo conosciuto aziende più piccole durante altre esperienze di tirocinio, ma questo livello di collaborazione tra le persone l’ho visto soltanto qui”.

Le chiediamo allora se questo della collaborazione tra colleghi può essere un aspetto in grado di fare la differenza per una persona che si affaccia per la prima volta sul mondo del lavoro. “Ognuno è diverso e ognuno cerca qualcosa che lo soddisfi - ci dice Sabrina - ma se dovessi proporre Guffanti come azienda dove andare a lavorare direi che è il tipo di realtà in cui l’aspetto umano fa la differenza. Da quando sono qui non ho mai sentito due colleghi dirsi tra di loro: ‘arrangiati’. Qui si trova sempre un modo per risolvere le cose insieme. Voglio dire che Guffanti è un’azienda in cui il lavoro può essere stressante, naturalmente, ma dove a quello stress non devi aggiungere anche lo stress del rapporto difficile con i colleghi: qui il clima non è rovinato dalla competizione negativa. E non è che qualcuno viene e ti dice: “qui si fa così”, questo clima è qualcosa che si genera istintivamente tra le persone, semplicemente facendo parte del gruppo”. Senza mai nominarlo in questo modo, Sabrina ci proietta davanti agli occhi una specie di “effetto domino” positivo, un circolo virtuoso che sembra avere riconosciuto in Guffanti e che abbiamo già sentito in altri racconti come il suo.

 

Questa della collaborazione è una caratteristica di cui molte collaboratrici e collaboratori hanno parlato descrivendo la trasformazione culturale e generazionale che sta vivendo Guffanti da qualche anno, favorita anche dalle opportunità arrivate con il Superbonus. Allora non potevamo non chiederle, partendo da questo nuovo corso, come se la immagina la Guffanti del futuro. “Sicuramente diversa - ci dice convinta -, ma non ne faccio una questione di digitalizzazione. La trasformazione digitale ci sarà anche in Guffanti e giustamente porterà le sue novità dal punto di vista tecnico e operativo. Ma io credo che la Guffanti del futuro sarà diversa anche dal punto di vista umano. La convivenza tra le persone con più anzianità e i tanti giovani che stanno entrando in azienda cambierà Guffanti e la renderà un’azienda nuova anche dal punto di vista culturale. Ci sarà un cambio di mentalità che avrà un impatto diretto sull’approccio al lavoro e questo farà bene a tutti.

Passato, futuro e poi di nuovo ritorno al passato per chiedere a Sabrina se lo immaginava, in quell’agosto del 2022, che ad attenderla ci sarebbe stato un percorso simile. Ma soprattutto per sapere se c’è un ‘grazie’ che sente di dover rivolgere a qualcuno per questi quasi due anni e mezzo in Guffanti. “Sì, certo che devo dei grazie, ma non a una persona soltanto. A tante persone. A tutte le persone dell’ufficio tecnico, che nel corso di questi due anni e mezzo mi hanno dato tanto. Condividendo con me molto di quello che sapevano sul lavoro, ma anche sulla vita”.